Mal di testa nel bambino

Cosa sapere e come curarlo

Il mal di testa nel bambino è un disturbo comune e una delle prime cause di dolore nell’infanzia. Riconoscerlo attraverso specifici campanelli d’allarme è fondamentale per una diagnosi precoce e per un trattamento mirato. Vediamo cosa c’è da sapere sul mal di testa in età pediatrica e a quali farmaci ricorrere per curarlo. 

bambini e pillole

Mal di testa nei bambini: che cos’è e quanto è frequente?

Si definisce mal di testa (o cefalea) la sensazione molesta o dolorosa, circoscritta o diffusa, continua, intermittente o sporadica che interessa la testa.
Il mal di testa rappresenta il più frequente sintomo riferito da bambini e adolescenti e una delle più comuni cause di accesso alle strutture di Pronto soccorso pediatrico.
La prevalenza del mal di testa in infanzia e adolescenza varia ampiamente nelle casistiche, dal 5,9% all’82%, aumentando progressivamente con l’età e raggiungendo il picco tra gli 11 e i 13 anni.
L’età media in cui insorge il disturbo è 7,5 anni, e si stima che entro i 15 anni di vita il 57-82% dei bambini sperimenti almeno un episodio di cefalea.
In età scolare i maschi sono più colpiti, mentre dopo la pubertà il mal di testa prevale nel sesso femminile. 

Perché è importante riconoscere e trattare il mal di testa nei bambini?

Il carattere disabilitante della cefalea, anche in età evolutiva, insieme alle conseguenze sulla vita familiare e sull’efficienza nelle attività scolastiche, rendono il mal di testa una malattia sociale.

Le conseguenze del mal di testa nei bambini si riversano non solo sull’impatto negativo che il disturbo ha nella vita ludica e scolastica, ma di riflesso anche sui genitori costretti ad assenze dal lavoro per accompagnare i figli alle visite, supervisionarli durante le assenze scolastiche e sottoposti a stress psicofisico nell’affrontare la patologia dolorosa dei propri figli.

Per questi motivi è importante effettuare una diagnosi precoce del mal di testa nel bambino e nell’adolescente, per poi concordare un adeguato trattamento con il proprio medico 

Il dolore nei bambini: cosa fare?

Il dolore è uno dei sintomi più frequenti in caso di malattia e può essere un segnale importante per la diagnosi iniziale e per indicarne evoluzioni positive o negative del disturbo.
Inoltre, il dolore è anche il sintomo che più mina l’integrità fisica e psichica del paziente, mettendo i suoi familiari in una condizione di angoscia e preoccupazione.
L’impatto del dolore sulla qualità della vita dell’adulto durante e dopo la malattia è importante, figuriamoci su quella del bambino.

È ormai certo che non esistono limiti di età alla percezione del dolore: a partire dalla fine del secondo trimestre di gestazione, il feto possiede già la struttura anatomica e neurochimica adeguata a percepire il dolore e sin dall’età neonatale possiede una “memoria del dolore”.

Se il dolore in età neonatale-pediatrica non viene trattato con un’adeguata terapia antalgica, le conseguenze a breve termine, come peggioramento clinico, complicanze, prolungamento dell’ospedalizzazionee a lungo termine (dolore cronico, alterazione della soglia del dolore, problemi psico-relazionali…) potrebbero essere anche gravi.

Per questo è necessario valutare e trattare adeguatamente il dolore nei bambiniin tutte le situazioni in cui può manifestarsi.  

Mal di testa e bambini: quando rivolgersi al medico?

I genitori sono una risorsa importantissima per il medico perché conoscono il bambino e possono monitorare il disturbo lamentato facendo attenzione alla frequenza, all’intensità e alla localizzazione del mal di testa.
Se pensi che tuo figlio soffra di mal di testa rivolgiti al tuo medico il prima possibile, specialmente se riscontri una o più delle seguenti caratteristiche:    

  1. il bambino presenta più di quattro attacchi al mese;  
  2. le crisi durano più di 4 ore;  
  3. l’intensità delle crisi è di intensità moderato-severa, limitando o non consentendo lo svolgimento di tutte le attività; 
  4. i farmaci sintomatici non sembrano avere effetto; 
  5. la terapia sintomatica produce effetti collaterali inaccettabili.  

Il tuo medico farà unopportuna valutazione e diagnosi del tipo di mal di testa, identificando un appropriato trattamento sintomatico o se necessaria una terapia di profilassi che potrà aiutare a controllare la sintomatologia. 

Perché i bambini non possono assumere gli stessi farmaci degli adulti?

L’utilizzo di farmaci per il mal di testa nei bambini non può essere basato sulla semplice trasposizione in questa fascia d’età del tipo, dosaggio e modalità di somministrazione dei farmaci utilizzati nei pazienti adulti.

Considerare bambini e adolescenti come degli adulti in miniatura è sbagliato e, al contrario, bisogna sempre tenere presente sia gli aspetti clinici peculiari dell’età pediatrica che le possibili differenze tra bambino e adulto nellcapacità di metabolizzare i farmaci, in particolare la trasformazione, il meccanismo di azione e della sua eliminazione.

Per questo a volte non è possibile attuare lo stesso approccio metodologico sia per i bambini che per gli adulti: gli aspetti biologici peculiari della fascia pediatrica possono portare, per alcuni farmaci, a un metabolismo diverso da quello noto per l’adulto, con un potenziale rischio di tossicità. 

Quali sono i farmaci per curare il mal di testa nei bambini?

Qualsiasi sia la terapia scelta per il mal di testa del tuo bambino, il farmaco deve sempre essere assunto al minore dosaggio utile a raggiungere la completa risoluzione delle crisi e il più precocemente possibile.

Sono consigliati preparati contenenti un solo principio attivo ed è opportuno che il medico ti suggerisca un farmaco di soccorso a cui ricorrere nel caso in cui l’assunzione di quello indicato come prima scelta non giovi alla situazione.

Nel paziente pediatrico gli analgesici di prima scelta sono il paracetamolo per os al dosaggio di 15 mg/kg e l’ibuprofene per os al dosaggio di 10 mg/ kg.
In caso di fallimento della terapia di prima scelta, nel paziente emicranico può essere preso in considerazione l’utilizzo di altri FANS o di un triptano.
Nel caso in cui la nausea e/o il vomito associati alla cefalea siano molto intensi è consigliato l’uso di antiemetici.
L’efficacia della terapia prescritta deve essere monitorata nel tempo. Anche in questo caso è indispensabile l’uso del diario: con l’ausilio di questo strumento è possibile valutare più attendibilmente le caratteristiche delle recidive; gli effetti sul dolore e sui sintomi di accompagnamento; il consumo del farmaco o dei farmaci prescritti e l’eventuale uso di farmaci di salvataggio; i possibili effetti indesiderati.
Prima di iniziare un trattamento farmacologico è opportuno osservare alcune regole comportamentali che possono di per sé migliorare il mal di testa 

  • imparare a riconoscere eventuali fattori scatenanti ed evitarli, se possibile; 
  • seguire unalimentazione bilanciata e non saltare i pasti; 
  • dormire adeguatamente; 
  • eliminare eventuale uso di caffeina (contenuta ad esempio nella coca cola); 
  • effettuare una regolare attività fisica. 

Quali sono i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione per una rapida valutazione?

Esistono dei sintomi di allarme che devono essere riconosciuti e valutati il prima possibile con il tuo medico prima di procedere con una terapia di profilassi per trattare il mal di testa del tuo bambino: 

  • attacchi dolorosi intensi, di improvvisa e recente insorgenza, specialmente di notte o al risveglio; 
  • attacchi che seguono stimoli meccanici (tosse o movimenti della testa), cambiamenti di postura; 
  • variazioni improvvise nella frequenza e nelle caratteristiche degli attacchi; 
  • vomito mattutino con aumento recente della frequenza degli attacchi; 
  • deficit motori e sensoriali e/o deficit del campo visivo che persistono dopo l’attacco; 
  • mal di testa associato a convulsioni; 
  • macrocefalia; 
  • presenza di segni suggestivi di facomatosi; 
  • localizzazione del dolore a una regione fissa della testa, in particolare nella regione occipitale; 
  • presenza di un bruit carotideo intracranico; 
  • età inferiore ai 3 anni; 
  • mancata risposta agli analgesici,  
  • alterazioni comportamentali e/o diminuzione significativa del rendimento scolastico.

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