Abitudini
Un momento di… attività aerobica
Gregoria è giovane, dinamica e divertente, ma non si piace per nulla. Dorme poco, mangia male e non fa alcun tipo di attività fisica, questo, non solo la demoralizza, ma le causa anche parecchi fastidiosi mal di testa. Riuscirà Gioaladino a trovare una soluzione per lei?
Quella sera, mentre camminavo da solo sui Navigli a Milano, osservavo la tanta gente.
Era ormai estate e le strade, lungo il canale, erano piene di vita, di musica, di risate.
Osservavo le coppie che passeggiavano giocando a indovinarle e le dividevo mentalmente in categorie: coppie appena formate, coppie innamorate, coppie per convenienza, coppie non ancora formate, coppie trasgressive, coppie oramai in liquidazione…
A un certo punto sentii chiamare il mio nome: “Gioaladino… Gioaladino!”
Era Gabriele Manservisi, un fortissimo tennista che avrebbe voluto lavorare con me, ma la cosa non successe mai perché, dopo il primo colloquio, entrambi capimmo che tra noi mancava la sintonia relazionale e quindi lo avevo messo in contatto con un mio collega di cui nutro forte stima.
Nonostante questo, tra me e Gabriele era nata un’amicizia sincera.
Gabriele si trovava di fronte a me, sorridente, indossava la sua solita tuta sportiva e le classiche scarpette rosse.
Mi avvicinai a lui “Come va, vecchio?”
“Tutto bene! Tutto bene! Adesso sono 124° in classifica mondiale! Dai, non posso certo lamentarmi! E poi il tuo collega è davvero in gamba, mica come te!” disse ironico strizzandomi l’occhio.
“Già lo sai che io lavoro solo con tennisti posizionati tra i primi 100 al mondo, quindi non è il tuo caso.” ribattei.
“Ma voi vi prendete sempre così tanto in giro o è solo per stasera?” chiese una voce femminile, con un marcato accento straniero.
Gabriele aggiunse immediatamente “Che stupido! Scusatemi tutti e due! Giò questa è Gregoria, Gregoria Clock, un’amica di vecchia data. Pensa! Ci siamo incontrati qua a Milano quasi per caso, era davvero una vita che non ci vedevamo! È una consulente aziendale, è un portento, non c’è nulla che non sia in grado di fare. Gregoria, questo è Giò il mio non-mental coach, mio grande amico. Scusatemi ancora!”
Uno si immagina che una consulente aziendale sia una ragazza determinata, forte, quasi supponente... Gregoria invece sembrava uscita da un film di Tim Burton: capelli di un viola intenso raccolti in una treccia che girava attorno alla testa, occhi grandi e un po’ stralunati, un sorriso gentile e avrei detto un fisico minuto, ma era celato da uno di quegli ampi vestiti che usano adesso, uno di quelli che a me sembrano delle enormi t-shirt sformate.
Mi tese subito la mano, su cui era tatuato un cuore, dicendo “Che bello un mental coach!”
Gabriele interruppe dicendo “Capiti a fagiolo! Devo andare un attimo qua vicino a ritirare una nuova racchetta, hai tempo di fare compagnia a Gregoria per una mezzoretta?”
Io, che stavo fannullando, risposi “Certo! Potremmo cenare insieme, se vi va! Se Gregoria è d’accordo nel frattempo ci sediamo ad ascoltare un po’ di musica e a bere qualcosa.”
“Of course, vai pure campione, ma torna!” disse Gregoria dando a Gabriele una carezza su un fianco.
“Coppia in formazione” li catalogai immediatamente nel mio gioco delle coppie.
“Sai Giò, ho sempre voluto parlare con un mental coach, ti posso chiedere un consiglio?”
“Certamente.”
“Vedi Giò, la mia vita è bella e varia, sono sempre in giro, il mio lavoro è stimolante perché seguo aziende che operano in settori diversi. Ma è anche frenetica e stressante: mi divido tra un albergo e l’altro e non ho una vera vita sociale, mi manca la mia famiglia che vedo raramente perché vive in Irlanda del Nord.
Sono sempre di corsa e i ritmi con cui convivo sono velocissimi perciò non riesco a tenere sotto controllo il mio peso come vorrei perché mangio in modo non corretto, spesso nei fast food di aeroporti, stazioni o in camere d’albergo mentre continuo a lavorare.
In realtà mi nutro solamente per sopravvivere e spesso, se non ne ho il tempo, digiuno per poi rimpinzarmi al pasto successivo.
Gli unici momenti che ritaglio per me sono quelli in cui mi alleno: cerco sempre alberghi che abbiano una palestra così alla sera riesco a scaricare un po’ di tensione accumulata. Metto le cuffiette e puf! il mondo fuori non esiste più. Solo che ultimamente faccio fatica anche ad allenarmi perché ho costantemente questi atroci che mi impediscono di fare qualsiasi cosa che non sia stare nel letto al buio aspettando che passi.
Vedi questo vestito? Sai perché è così largo? Per coprire ciò che non vorrei ci fosse: grasso, cellulite, smagliature… Per evitare di mostrarmi non mi metto nemmeno più in costume, mi vergogno tanto di essere… boh, così.“
“Gregoria non ho capito in cosa posso aiutarti, dammi le tue priorità.” le chiesi incalzante.
Lei ci pensò un attimo e poi con risoluzione affermò “Perdere peso senza diventare flaccida e correggere i miei errori alimentari.”
“Tanta roba Gregoria! Ma non hai mai menzionato l’obiettivo che deve guidare il tuo lavoro di miglioramento: devi imparare ad essere meno dipendente dal giudizio degli altri!
Non devi fare tutto quello che mi hai detto per evitare le critiche degli altri, ma devi farlo solo per te stessa, solo così funzionerà.
Devi cominciare a fare ordine. Spesso salti i pasti, mangi in maniera disordinata, dormi poco e spessissimo usi l’aereo: devi sapere che tutto questo non ti aiuta a stare bene, figurarsi a prevenire i tuoi mal di testa!!”
“Hai ragione Giò, è vero. Do troppa importanza a ciò che dicono gli altri e questo non mi fa stare bene.”
“Se vuoi in seguito potremmo lavorarci sopra, ma prima pensiamo al fisico. Hai mai pensato che tutta quell’attività anaerobica che fai in palestra potrebbe contribuire al tuo mal di testa?” le chiesi.
“Anaerobica? E sarebbe?”
“Allora, ora ti spiego la differenza tra attività aerobica e anaerobica, sono utili tutte e due alla forma fisica, ma hanno obiettivi e risultati differenti e, così su due piedi, direi che a te servirebbero entrambe, non solo il lavoro con gli attrezzi.”
“Ecco vedi” disse triste “lo dici anche tu che sono grassa, uffa!”.
”Io non ho detto questo, ho solo detto che ti servono entrambe per raggiungere gli obiettivi che hai scelto.”
“Sì ho capito, tanto lo so che sono grassa!” rispose severa. Io non aggiunsi nulla, sapendo bene quanto sia inutile cercare di far cambiare idea a una donna che pensa d’essere grassa.
“L’attività aerobica” ripresi la lezione “è una attività fatta utilizzando ossigeno: è un esercizio fatto a bassa intensità e per almeno trenta minuti. Migliora la respirazione, la circolazione e riduce la vasodilatazione dei vasi sanguigni cerebrali, consentendo il controllo del male alla testa.”
Solo in quel momento mi accorsi che stava prendendo appunti su un tovagliolo del ristorante, naturalmente un tovagliolo di stoffa.
“Continua dai!” mi disse con entusiasmo.
“Bene! Questo training stimola il rilassamento, l’elasticità, la scioltezza muscolare con ha una provata azione antidolorifica naturale; inoltre migliora l’umore, diminuendo l’ansia e lo stress, ma deve essere fatta regolarmente e non solo quando ne troverai il tempo”
Gregoria pensierosa sospirò “Ma che attività è questa ANAEROBICA?” io risposi tranquillo: ”No Gregoria, attenta! Questa di cui stiamo parlando è l’AEROBICA”.
“Va beh! Ma come sei pignolo, lo sai che non sono italiana” disse ridendo.
“Gli esercizi aerobici principali sono: la corsa lenta, la camminata veloce, la bicicletta, il tennis, il karate, lo sci di fondo, lo yoga e in generale tutti gli sport che allenano la muscolatura liberando energia attraverso la combustione di ossigeno. Viceversa, per svolgere attività anaerobiche come quella che fai tu, il nostro corpo non consuma ossigeno, ma brucia glicogeno e grasso corporeo.”
“E quali sono questi sport?” mi chiese interessata Gregoria.
“Sono tutti quegli sport fatti in tempi brevi che prevedono scatti intensi, come i cento e duecento metri piani, il sollevamento pesi e alcuni esercizi che si possono fare in palestra. Hanno un’azione di irrobustimento dei muscoli, sviluppano una massa muscolare maggiore e danno forza; queste attività vanno fatte per un tempo lungo e a un’intensità maggiore. Il mio amico Bruno, personal trainer, consiglia sempre tre sessioni alla settimana per almeno un’ora.”
“E quindi io cosa devo fare?”
“Ascolta Gregoria, io ti ho spiegato la teoria, la pratica la devi decidere tu! Io direi di cominciare a introdurre anche degli esercizi costanti di aerobica, tra quelli che ti ho detto elencato esiste qualcosa che ti piace e t’interessa?”
“Certo che sì! Mi piace molto la bicicletta! Ho passato in bicicletta la mia infanzia in Irlanda, mi piaceva, mi rilassava e mi dava il tempo di pensare; poi posso usarla dappertutto e non è difficile noleggiarne una ovunque mi trovi. L’idea mi piace.”
“Ti consiglio di utilizzare una mountain bike perché è più adatta a brevi sessioni di utilizzo, devi cominciare a giorni alterni almeno tre volte a settimana e visto che sei già abituata puoi cominciare con sessioni di trenta chilometri alla volta, a bassa intensità, non esagerando, prendendotela comoda e soprattutto divertendoti.”
“Ottimo! Allora comincio da domani!”
“Bene!” Risposi. “Però mi raccomando regola anche il sonno e l’alimentazione e se vuoi fare qualcosa per rendere i giudizi degli altri meno limitativi chiamami quando rientri a Milano, se ti va ho qualche idea da proporti.”
“Giò, ma quindi posso continuare anche con l’attività anaerobica?”
“Sì assolutamente, ma devi trovare il giusto equilibrio tra i due tipi di allenamento senza esagerare né per un verso né per l’altro. Non devi avere fretta! Ti devi fissare un obiettivo e lavorare su quello; quando lo avrai raggiunto puoi passare ad un altro, devi imparare a concentrarti su una cosa alla volta altrimenti il tuo cervello fa confusione. Ah dimenticavo, per rendere l’obiettivo più concreto, fissati il peso ideale che vuoi raggiungere, ma non in termini di chili che vuoi perdere, ma di quanti ne vuoi raggiungere e vedrai che con un po’ di pazienza otterrai quello che ti sei fissata.”
“Finalmente vi ho trovato” la voce di Gabriele mi arrivò alle spalle “ma come mai non avete ancora ordinato nulla?”
Ci eravamo proprio dimenticati di lui, ma Gregoria mi anticipò con un “Ti abbiamo aspettato!”
“Bugiarda” pensai io notando che infilava velocemente nella borsa il tovagliolo di stoffa oramai pieno di appunti, facendo attenzione a che Gabriele non si accorgesse di quel piccolo furto.
COME È FINITA LA STORIA?
Naturalmente Gregoria si è fidanzata con Gabriele; si vedeva da come si guardavano negli occhi che sarebbe successo. Ora ha ritmi meno frenetici anche se, quando ha tempo, lo accompagna ai tornei in giro per il mondo. Per due mesi ha utilizzato la bicicletta come le avevo suggerito e, visto che seguiva spesso Gabriele assistendo agli allenamenti, ha cominciato a utilizzare i tempi morti per imparare a giocare a tennis unendo l’utile al dilettevole.
Recentemente mi ha scritto che sta facendo attenzione alle cose che mangia e ha completamente eliminato i fast food.
Ieri mi ha mandato un sms che diceva “Buttato via il vestito che indossavo quella sera, era diventato davvero troppo largo! Ora mi sento bene e mi sto avvicinando al peso che voglio raggiungere! Grazie Giò!”
Naturalmente le ho chiesto anche del suo mal di testa.
“Scomparso! Anche se onestamente non so se sia merito dell’attività fisica o del fatto che sono innamorata... Giò, che ne dici?”
Non ho risposto, non avevo la risposta.