Abitudini

Un momento di…  alimentazione regolare

Questa è la storia dei gemelli diversi Berto e Franco, gestori di un laboratorio gastronomico uniti da un vizio comune: la completa mancanza di disciplina in materia di alimentazione.  Doppia sfida stavolta per il nostro mental coach!

Alimentazione Regolare

Franco e Berto sono gemelli, identici nell’aspetto, ma non potrebbero essere più diversi dal punto di vista caratteriale. 

 

Franco ha sempre una buona parola per tutti e una risata sincera, di quelle che fanno ridere anche chi gli sta intorno, è particolarmente creativo e istintivo. 

 

Berto invece è più timido e taciturno, è il più affidabile dei due, non ama parlare di se stesso, ma non per questo è meno buono del fratello. 

 

Perché li conosco? 

 

Sono i proprietari di un locale nel centro di Milano che amo frequentare, un posto unico nel suo genere. 

 

È una sorta di laboratorio gastronomico in cui puoi fare praticamente di tutto: dal leggere un buon libro bevendo un calice di ottimo vino rosso o all’acquistare un trenino elettrico per i nipoti. 

 

Spesso, quando sono in zona, approfitto per fare colazione o merenda da loro: adoro le loro prelibatezze e il vasto assortimento di libri di psicologia che posso trovare nella loro piccola, ma ben fornita, libreria. 

 

Quel giorno avevo una riunione con un cliente importante ed ero in netto anticipo, così approfittai per pranzare dai gemelli. 

 

Berto appena mi vide mi venne incontro gridando “Ciao Giò, che coincidenza! Proprio poco fa ci stavamo dicendo che era da un po’ che non ti facevi vedere e... Tac! All’improvviso compari!  Franco vieni qua, c’è Giò!”. 

 

Franco uscì dalla cucina e, tra la farina che aveva addosso, il cappello da cuoco e l’invidiabile pancia che aveva messo su dall’ultima volta che lo avevo visto, feci fatica a riconoscerlo.   

 

Con un sorriso e una pacca sulla spalla mi disse: “Ciao Giò! Aspetta un attimo… 

 

Scomparve dietro alla porta per poi riapparire con una porzione di quello che sembrava un budino di un improponibile colore viola: “Assaggia, è panna cotta allo zenzero, cannella, menta e un ingrediente segreto… un esperimento!”. 

 

Berto si avvicinò e mi bisbigliò all’orecchio: “Noce moscata! L’ingrediente segreto è quello, gliel’ho suggerito io”. 

 

Lo assaggiai timoroso. Era veramente delizioso, saporito e denso di profumi, anche se non capivo perché fosse viola visto nessuno degli ingredienti ne giustificava il colore. 

 

Dopo questo fortunato assaggio sperimentale all’unisono mi chiesero: “Hai tempo per noi?“ 

 

Ci sedemmo in un angolo più tranquillo del laboratorio, in silenzio. 

 

Franco e Berto mi guardavano fisso come se fossi io a dover raccontare qualcosa a loro e non viceversa, così finalmente ruppi gli indugi: “Ragazzi, in cosa posso esservi d’aiuto?”. 

 

Cominciarono a parlare contemporaneamente, ognuno per conto suo, tant’è che dovetti richiamarli all’ordine a voce alta: “Uno alla volta! Franco dimmi di che cosa si tratta”. 

 

Cominciò a raccontare, cercando complicità nello sguardo di Berto. 

 

“Sai Giò da quando abbiamo ingrandito l’attività, aggiungendo la libreria e la giocattoleria, i nostri ritmi di lavoro si sono intensificati così come le nostre preoccupazioni… 

 

“Ma anche le soddisfazioni eh!” aggiunse Berto tutto orgoglioso. 

 

“Sì certo, ci piace quello che facciamo e ne vale la pena, solo che prima riuscivamo a fare turni di lavoro alternati che comunque assicuravano una nostra presenza costante, ma ora non basta più, dobbiamo essere sempre qui sia io che lui” continuò Franco indicando con gli occhi il gemello. 

 

“Io nel laboratorio di pasticceria, lui a occuparsi delle relazioni con i clienti, i fornitori, i collaboratori… Sembra che, nonostante stiamo qui per più di dodici ore al giorno, il tempo non ci basti mai. Questa situazione va anche a influenzare la vita in famiglia: abbiamo sempre meno tempo per stare con le persone a cui vogliamo bene”. 

 

Intervenne Berto: “Pensa che quest’anno, per la prima volta, non sono nemmeno riuscito ad andare alle recite di Natale delle mie figlie, loro ci sono rimaste male, io ero pieno di sensi di colpa per non esserci andato e mia moglie si è giustamente infuriata”. 

 

Franco riprese il suo racconto “Vedi Giò che succede? Aggiungici che negli ultimi mesi abbiamo cominciato a soffrire di mal di testa, tutti e due tra l’altro. Mi dirai, è normale con tutti questi grattacapi e neanche un attimo per rilassarsi, però continua a peggiorare e questa è un’ulteriore scocciatura”. 

 

“Per favore, devi aiutarci a essere meglio organizzati, a riprenderci un po’ di spazio nella nostra vita…” aggiunse Berto. 

 

”Ok ragazzi, calma. Una cosa per volta.” dissi loro con tono risoluto. 

 

“Devo ammettere in tutta sincerità che non vi trovo molto bene, Franco hai messo su qualche chiletto eh? E tu Berto, sei dimagrito così tanto che quasi mi fai preoccupare, si vede che c’è qualcosa che non va.” 

 

Franco si indicò lo stomaco: “Hai visto? Mai avuta in 55 anni e adesso sono come una donna al sesto mese. Ma sai, tutto il giorno in pasticceria… Se in una pentola rimane una cucchiaiata di crema la finisco, se rimangono pezzetti di cioccolato me li mangio, sforno i panini all’uvetta e il primo è sempre il mio, così quando è ora di pranzare non ho fame e spesso mi limito a una fetta di torta”. 

 

“Io invece tutto il contrario” aggiunse Berto. 

 

“Al mattino bevo un caffè di corsa al bar qua vicino prima di aprire, a mezzogiorno mi va di lusso se riesco a sedermi per pranzare, ma il più delle volte ho troppo da fare e mi tocca mangiare un boccone al volo al bancone o addirittura saltare. Ormai chiudiamo praticamente sempre non prima delle nove di sera e quando arrivo a casa sono così stanco che mi addormento davanti alla tv senza cenare.” 

 

Il quadro era preoccupante: erano davvero indisciplinati per quanto riguardava il rapporto con il cibo. 

 

Capii subito di che cosa avessero urgentemente bisogno: “Mangiate male sia in termini di quantità che di qualità e questo non vi fa stare bene, uno perché esagera e l’altro perché viceversa digiuna. Il vostro corpo vi sta inviando dei segnali di avvertimento che si irradiano fino a procurarvi il mal di testa”. 

 

Franco con fare sbrigativo rispose “Consigliaci tu quello che dobbiamo fare e lo faremo, non ne possiamo proprio più di questa situazione!” 

 

“Bene ragazzi, quando si parla di alimentazione corretta ci si riferisce non solo alla qualità degli alimenti, ma anche alle abitudini nel loro consumo. Ad esempio, la regolarità dei pasti: voi mangiate in modo disordinato e qualitativamente non corretto e questo vi sta causando sia il cambiamento di peso che il male alla testa. Bisogna che interveniamo nel vostro approccio con il cibo e miglioriamo la qualità di ciò che mangiate”. 

 

Franco preoccupato esclamò: “Giò mi raccomando, non voglio diete restrittive! Mi ci manca proprio!” 

 

Ribattei che non ero né un dietologo né un nutrizionista, ma gli avrei consigliato solo un minimo di disciplina alimentare. 

 

“Cos’è questa disciplina alimentare?” disse Berto “già il termine mi angustia e non poco” 

 

“Quello che fate è mangiare quando riuscite, in fretta, a orari sempre diversi. Per voi saltare il pasto, mangiare un panino in piedi o una fetta di torta in laboratorio mentre fate altro è la stessa cosa e poi non fate neppure colazione! Vi rendete conto del disordine che state facendo? 

 

Dalla mia esperienza con atleti e con squadre sportive mi sono accorto di quanta attenzione dedicano all’alimentazione…”   

 

“Ma va là!” disse Berto “Mica siamo degli atleti!” 

 

“Atleti o non atleti il risultato non cambia… un corretto approccio alimentare prevede tre pasti principali al giorno: colazione, pranzo e cena, più almeno due spuntini leggeri frazionati nel corso della giornata”. 

 

Continuando con lo stesso tono dissi che loro erano troppo sbilanciati con colazioni immaginarie, pranzi veloci o inesistenti, cene abbondanti e nessun spuntino. 

 

Il loro lavoro, la loro età e il loro fisico, aggiunsi, richiedevano circa 2000 calorie al giorno. 

 

“Come vedete siete ben lontani da questa realtà, probabilmente non arrivate a 2000 calorie, nel caso di Berto poi, figuriamoci se arriviamo a 1000, ma comunque sono qualitativamente sbilanciate. Dovete abituarvi a frazionare i pasti nell’arco della giornata, aumenterete il vostro metabolismo basale e il vostro corpo produrrà più ormoni tiroidei. Avrete maggiore energia e ritornerete al vostro peso forma, probabilmente, con il giusto assetto alimentare quali/quantitativo, anche il vostro male alla testa ne trarrà beneficio”. 

 

Berto disse che ero bravo a parlare, che la facevo facile, ma che a volte non avevano neppure il tempo per fare le cose più semplici. 

 

“Niente scuse! Il tempo che occorre è di circa quindici minuti per ogni spuntino, per un pranzo di qualità a tavola bastano venti minuti, per la cena il tempo richiesto è maggiore perché cenare in famiglia rappresenta l’unico momento di aggregazione, ma sono sicuro che riuscirete a trovarlo. Anche la qualità del cibo è importante: fate attenzione a non esagerare con grassi e carboidrati e seguite la cara e vecchia dieta mediterranea.” 

 

Dettai loro il mio decalogo: 

 

1. Consumate pasti regolari, non troppo abbondanti e frazionati nell’arco della giornata.

2. Per darvi un’idea di massima, ricordatevi lo schema calorico che vi ho detto prima anche se le calorie non sono l’unico parametro per impostare alimentazione.

3. Evitate di arrivare ai pasti troppo affamati così non vi abbufferete, gli spuntini servono proprio a questo scopo.

4. Per gli spuntini utilizzate: frutta fresca di stagione, frutta secca con un occhio alla quantità, yogurt o una porzione medio/piccola di dolci fatti in casa.

5. Riducete il consumo di alcolici.

6. Carboidrati prevalentemente a pranzo, non abbinate mai pasta al pane, uno deve escludere l’altro.

7. Evitate il glutammatomonosodico, usato abitualmente come addensante: ne sono ricchi i piatti della cucina orientale e il dado da brodo.

8. Usate in modica quantità il sale.

9. Consumate molta verdura e frutta, possibilmente di stagione e fresca.

10. Mangiate sempre seduti, evitando di guardare tv, smartphone o leggere il giornale, ma concentratevi sul cibo, gustatene il sapore, il profumo, i colori e masticate lentamente.   

 

“Ciò che vi chiedo è di cominciare a scrivere per una settimana su questo quaderno tutto ciò che mangiate in un giorno” mentre lo dicevo, estrassi dalla borsa due dei miei soliti taccuini neri. 

 

“Dovete essere precisi con orario, tipo di alimento e livello da 1 a 3 di fame che avete in quel momento. Ci rivedremo a fine settimana per analizzare cosa avete scritto e per cominciare a regolarizzare il vostro ritmo alimentare e la qualità. Dopo questo lavoro, per 15 giorni, dovrete impegnarvi a fare tre pasti principali al giorno, mangiando sano. Trascorse due settimane comincerete a introdurre lo spuntino di mezza mattina e dopo altre due settimane inserirete anche la merenda. Tutto ciò dovrà avvenire senza eccezioni, fino al completo raggiungimento dei vostri obiettivi. Dovrete essere disciplinati!”. 

 

Si guardarono tra di loro e Franco disse: “Dai, facciamo il patto!” 

 

Mise una mano aperta sopra il tavolo, io appoggiai la mia mano sulla sua, Berto pose la sua mano sulla mia e disse in tono solenne: “Disciplina!”. 

COME È FINITA LA STORIA?

 

In questo momento ai gemelli rimane solo da inserire lo spuntino pomeridiano, sono stati più disciplinati di quello che pensavo a inizio percorso. 

 

Fanno ancora fatica con lo spuntino di metà mattina perché dicono di non avere mai fame, ma si sforzano e per ora mangiano una mezza mela a testa: da bravi fratelli, si aiutano vicendevolmente. Si sentono più energici e mi hanno detto che il male alla testa si è notevolmente affievolito (sì, mi hanno detto proprio così “affievolito”). 

 

Fanno fatica, ma sono contenti e disciplinati. 

AL LETTORE

Naturalmente io non sono un nutrizionista, quindi se hai bisogno di equilibrare la tua alimentazione il mio consiglio è quello di rivolgerti a un esperto: il fai da te non è mai una soluzione corretta. 

Ricordati di consumare pasti sani e non troppo abbondanti regolarmente frazionati nell’arco della giornata. 

Ti saluto con queste parole che mi piacciono molto: Quale è il momento migliore per la cena? 

Se uno è ricco quando vuole. Se uno è povero quando può.   

Grazie di aver letto la mia storia